Una pace improvvisa promessa dalla Madonna

Pellegrinaggio di Pace di Don Stefano Gobbi con la Statua della Madonna di Fatima in: Congo, Ruanda e Burundi, paesi in guerra da oltre 15 anni.

Indirettamente, il lungo Pellegrinaggio, col suo Presidente, coinvolge anche l’Associazione Comunità Mamma della Pace

Il 10 settembre 2008, prende il via un Pellegrinaggio nel quale, una Statua della Madonna di Fatima, partita da Fatima, visitava tre nazioni, a quel tempo in guerra: Repubblica Democratica del Congo, Ruanda e Burundi. Nella prima, ha visitato le città di Kinsasha, Lubumbashi, Kisangani, Goma, Butembo, Bukavu ed Uvira; nella seconda: Kibeho ed il suo celebre Santuario intitolato alla “Madre del Verbo” e nella terza: Il Santuario Mariano di Mont Sion di Gikungu a Bujumbura.

Il protagonista di detto Pellegrinaggio è stato Don Stefano Gobbi, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, un grande Movimento internazionale che è riuscito ad espandersi, in pochi anni, in maniera silenziosa e straordinaria in quasi tutte le Nazioni d'Europa, America, Asia, Africa ed Oceania e che annovera tra le sue file: alcuni Cardinali, circa 450 Vescovi, oltre 300.000 Sacerdoti diocesani, moltissimi religiosi e religiose di diversi Ordini e Congragazioni ed un numero imprecisato di laici, si parla di oltre 3.000.000.

Il nostro Presidente, Aniceto Battani, per volontà dello stesso Don Stefano Gobbi, è stato l’accompagnatore ufficiale di questo lungo Pellegrinaggio durato un mese e che, per la partecipazione di fedeli e per i grandi segni, passerà certamente alla storia, soprattutto per la Promessa fatta a Don Stefano Gobbi, dalla Vergine Maria, che poi si è puntualmente avverata, del dono della Pace, dopo oltre 15 anni di guerra.

Migliaia di persone hanno partecipato alle solenni Celebrazioni e numerosissimi Sacerdoti, con i loro Vescovi, ai Cenacoli di preghiera tenuti in diverse parrocchie e Santuari delle Diocesi visitate. Sono a migliaia le persone, che al passaggio della Statua, hanno accolto, festanti: con danze, canti e lanci di fiori la Vergine di Fatima al grido di “Mamma Maria”.

 

Una premessa doverosa
Come comunica la Madonna con Don Stefano Gobbi?

I numerosi messaggi dati dalla Vergine Maria a Don Stefano Gobbi, in circa venticinque anni, diretti ai Sacerdoti, sono raccolti nel famoso “libro blu”, tradotto in tutte le più importanti lingue del mondo. Sono comunicazioni soprannaturali che prendono il nome di “locuzioni interiori”.

La "locuzione interiore" è un fenomeno mistico, citato anche nei manuali di teologia spirituale, quindi non sconosciuto alla Chiesa. Sono parole chiarissime, non ascoltate con le orecchie, ma avvertite dalla persona che le riceve come nascessero dal cuore, e che, collegate fra loro, formano un messaggio.

E' giusto fare questa premessa e precisazione per meglio capire quanto andremo a testimoniare.

Dopo 13 anni di guerra
Una promessa della Madonna

La Madonna il 13 settembre 2008, durante la prima tappa a Kinshasa, aveva promesso a Don Stefano Gobbi: “Fai fare la Consacrazione al mio Cuore Immacolato nei Paesi dove ti mando: Congo, Ruanda e Burundi, dopo, tornerai in Italia, e… prometto che, di lì a poco, ci sarà la Pace”.

In tutte le tappe delle varie Diocesi visitate dal Pellegrinaggio, Don Stefano annunciava pubblicamente, con gioia ed altrettanta sicurezza la Promessa della Madonna. Oltre 3.000.000 di fedeli hanno applaudito al gioioso annuncio della Promessa della Vergine Maria con un gran sventolio di fazzoletti, canti, danze e grida di gioia. La rilevanza della notizia ed incredulità che la stessa aveva suscitato, soprattutto tra politici e benpensanti, trovava poi, ampio spazio nei commenti piuttosto scettici dei media locali, nazionali ed internazionali.

Lo scetticismo era d'obbligo, ampiamente giustificato dalla situazione politica, veramente complicata, che coinvolgeva, per ragioni economiche, commerciali e politiche oltre al Congo, con implicazioni a livello locale, nazionale ed internazionale, particolarmente tre paesi confinanti: Ruanda, Burundi ed Uganda, senza contare le implicazioni, soprattutto commerciali, delle più potenti multinazionali causate dalle enormi ricchezze del sottosuolo congolese.

Le varie Diocesi in cui è stato effettuato il Pellegrinaggio, come richiesto dalla Madonna, hanno provveduto a fare la Consacrazione dei loro rispettivi Paesi al Cuore Immacolato di Maria e … la Madonna ha mantenuto la Promessa. Da notare che la Statua della Madonna di Fatima, su sette Diocesi visitate nel Congo , ben cinque erano nella parte Nord Orientale, la zona più colpita dalle atrocità della guerra, è chiaro che la nostra Mamma Celeste ha voluto essere più vicina a quei figli che per lunghi anni hanno più sofferto, per portare loro il lieto annuncio della Pace, quale dono prezioso del suo Cuore Immacolato.

Ecco la testimonianza di un fedele sulla venuta in Congo della Madonna di Fatima Furaha ni mingi kati ya watu… tunamgojea na hamu mkubwa. Tunapenda kuzungumuza pamoja naye na kumwambia mashida zetu zote. Tunajua kama yeye anatusikiliza…” (La gioia è grande…noi l’attendiamo con un grande desiderio. A noi piace parlare con Lei e raccontarle tutti i nostri problemi. Siamo certi che Ella ci ascolterà…).

 

Una sintesi del processo di pace promesso dalla Madonna

Novembre 2008

Il 10 ottobre 2008 rientriamo in Italia. A fine ottobre e prima quindicina di novembre la situazione in Congo precipita, in particolare nel Nord Kivu. I ribelli del generale filo ruandese Nkunda distruggono interi villaggi, costringendo la popolazione ad una precipitosa fuga verso Goma. I profughi si contano a migliaia, la città di Goma non ha più spazio per ospitare campi profughi. Mancano acqua, alimenti, medicinali e si prospetta una delle più gravi emergenze umanitarie. Goma diventa la città dei bimbi perduti, numerosi bambini di ambo i sessi vengono arruolati da tutte le fazioni in guerra. Sembra il finimondo. Nel frattempo, allo scopo di trovare un accordo di pace, vi è un primo vertice a Nairobi tra governo congolese e ribelli del CNDP, movimento di ribelli filo ruandesi, capeggiati dall’ ex Generale congolese Nkunda.

La situazione migliora con dicembre e gennaio anche se i rapporti tra i Paesi in conflitto sono ancora tesi causa accuse reciproche di responsabilità. A metà gennaio qualcosa sembra cambiare… Poi ... Una svolta improvvisa, imprevista, i nemici di sempre diventano amici. Gli eserciti ugandesi, ruandesi entrano in Congo, con l’autorizzazione del governo congolese, collaborano con l’esercito regolare congolese per estirpare i ribelli dei loro rispettivi Paesi che da anni insanguinavano la regione del Kivu ed erano la causa principale della lunga guerra.

 

 

Pace!...Pace!...Pace!...

25 febbraio 2009
Scoppia la Pace tra Congo, Ruanda e Burundi

Incredibilmente si avvera, la Promessa della Madonna lasciando tutti impreparati ed i più, dubbiosi, per la rapidità con cui è avvenuta la Pace in quei Paesi straziati da 15 lunghi anni in guerra.

La Consacrazione, come da richiesta della Vergine Maria, è stata fatta e la Madonna, come dono particolare del suo Cuore Immacolato, ha concesso la Pace, proprio come aveva promesso.

Il 25 febbraio 2009, giorno della firma dell'accordo di Pace, un giornale locale, riportava a caratteri cubitali: “Ritorno effettivo in patria di tutte le truppe ruandesi… Sono bastati 32 minuti per allontanare 15 anni di guerra”.

A metà gennaio 2009 inizia un vero processo di Pace irreversibile

In effetti, a metà del gennaio 2009, i ruandesi, nemici dichiarati dei congolesi, cominciano a collaborare, incredibilmente, con l’esercito congolese nel Nord Kivu, con capoluogo Goma, per cacciare i ribelli Hutu ruandesi delle Forze democratiche di liberazione del Congo (Fdlr) e sempre l'esercito ruandese, il 22 gennaio 2009 cattura ed imprigiona il famoso generale, Laurent Nkunda, filo ruandese, leader congolese dei ribellli Tutsu (CNDP), principale responsabile della guerra in quella regione sul quale pendeva anche un mandato di cattura internazionale.

Il 25 febbraio 2009, ore 14, tutti i soldati ruandesi rientravano in patria da Goma, dopo aver distrutto, congiuntamente all’esercito congolese, i campi dei ribelli, fino alla loro completa resa.

Stessa cosa avveniva nel Sud Kivu con capoluogo Bukavu: il 28 febbraio 2009, i soldati ruandesi si ritiravano anche dal Sud Kivu e rientravano in patria dopo avere, in collaborazione con le truppe congolesi, debellato le ultime sacche di resistenza dei ribelli Hutu ruandesi (Fdlr), distruggono i loro campi inducendoli alla resa.

L’impegno di Ruanda e Uganda a collaborare con l’esercito congolese per estirpare i ribelli dal Congo, causa principale della guerra, è da ritenersi serio e come l’unica strada per arrivare ad una completa pace nella zona dei Grandi Laghi. Potranno esserci ancora sacche di ribelli sfuggiti al rastrellamento o che si formeranno in quanto foraggiati dalle multinazionali per rubare le ricchezze del sottosuolo congolese, ma, in breve tempo, questi potranno essere debellati dal momento che è ormai chiara la volontà di pace fra i Paesi, da anni, belligeranti.

Negli stessi giorni sono rientrati in Ruanda anche migliaia di Hutu che si erano rifugiati in Congo nel 1996 per sfuggire alla vendetta dei Tutsi. Fatto quest’ultimo molto importante, perché tutti i guai, per il Congo, sono iniziati dal Ruanda con la la grande fuga degli Hutu. Ora, finalmente, il male è estirpato alla sua radice e questo ritorno in patria degli Hutu sta a significare che le relazioni fra le due etnie si sono normalizzate ed è in atto una vera riappacificazione, dopo il terribile genocidio del 1994.perpetrato dagli stessi Hutu a danno dei Tutsi. Negli stessi giorni, l’esercito ugandese compiva analoga operazione in collaborazione con l’esercito regolare congolese, setacciava, nella regione orientale del Congo, al confine con l’ Uganda, i campi dei ribelli ugandesi della “RLA” (Lord's Reistance Army) che insanguinavano da anni quella regione inducendoli alla resa, per poi rimpatriarli.

E’ notizia del 20 marzo 2009 che anche l’esercito ugandese, dopo aver compiuto l’operazione di rastrellamento dei suoi ribelli e distrutto i loro campi, si ritirava in Uganda abbandonando il Congo. Naturalmente, l’operazione condotta dagli eserciti ruandesi e ugandesi, congiuntamente all’esercito congolese contro i ribelli di entrambe le fazioni, ha inferto loro un duro colpo anche se è prevedibile che possano esserci ancora sporadiche incursioni da parte dei ribelli fuggiti in foresta per sottrarsi alla cattura, ma ciò è stato messo in conto e non può turbare minimamente i piani di pace. Come un grande terremoto comporta sempre altri piccoli terremoti di assestamento, anche dopo lo scampato pericolo, così anche questa tanto ambita pace potrebbe richiedere una fase di assestamento, ma ciò non vuol dire che la guerra non sia finalmente terminata.

L’incredibile è che, quattro paesi, belligeranti da 13 anni, di fatto siano passati dalla guerra alla pace, nel giro di poche settimane e non si capisce come. Una cosa è chiara: non può essere opera umana.

Ed ora, tra i paesi ex-belligeranti (Congo, Ruanda, Burundi) fino a poco tempo fa, avversari acerrimi, che si accusavano a vicenda di complicità, è in programma una stretta collaborazione economica per lo sfruttamento degli idrocarburi e dell’energia idroelettrica come solo paesi amici da lungo tempo potrebbero attuare.

Un missionario del Kivu commenta il fatto ad un giornale locale: “…C’è sotto qualche trucco, non è possibile una pace in così poche ore, quando ancora a metà gennaio 2009 ruandesi e congolesi si ritenevano nemici irriducibili…” . Questo il commento del missionario… Forse non si è reso conto che si tratta di un vero miracolo ed i miracoli non si possono né dimostrare, né capire…si possono solo accettare con gioia e riconoscenza. Il missionario, probabilmente, non era a conoscenza della Promessa che la Madonna ha fatto per mezzo di Don Stefano Gobbi, divulgata poi da numerosi media e che assicurava la Pace nella zona dei Grandi Laghi, dopo che Congo ed i Paesi interessati al Pellegrinaggio, Ruanda e Burundi, avessero fatto la Consacrazione al suo Cuore Immacolato.

 

"NORD KIVU: GOVERNO E RIBELLI CNDP FIRMANO ACCORDO DI PACE"

Titolo a grandi lettere apparso su alcuni giornali congolesi e su internet il 23 marzo 2009 il cui contenuto era: “Un accordo di pace formale tra il governo della Repubblica democratica del Congo e il Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), l’ex-movimento ribelle attivo nella provincia orientale del Kivu e che sotto la guida dell’ex-generale dissidente Laurent Nkunda ha rappresentato dal 2004 in poi la principale spina nel fianco al processo di pace, è stato firmato oggi a Goma, capoluogo del Nord Kivu”.

Questa era la conferma che un processo di pace serio ed irreversibile ha avuto inizio, continua…e tra breve anche le ultime sacche di ribelli sfuggite al rastrellamento delle forze congiunte congolesi, ruandesi e ugandesi potranno essere debellate per dare sicurezza a tutta la regione del Kivu.

 

La cronaca completa di un Pellegrinaggio che passerà alla storia

Arcidiocesi Kinshasa dal 11 al 13 settembre 2008

Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo con oltre 7.500.000 abitanti di cui il 50% cattolici ci accoglie per tre giorni programmati da diversi incontri con Cenacoli. Visita alla tomba del Card. Etsou-Nzabi- Bamungwabi che per diversi anni è stato il Responsabile del Movimento Sacerdotale Mariano per la Repubblica Democratica del Congo. Il giorno 13 settembre, ricorrenza di Fatima, Processione con la Statua della Madonna di Fatima per le vie di Kinshasa e solenne Concelebrazione presieduta da S. E. Mons. Dominique Bulamatari, Vescovo Ausiliare.

A fine Messa, Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria da parte del Vescovo, quindi, annuncio di Don Stefano Gobbi, a tutti i presenti, della Pace promessa dalla Madonna a seguito della Consacrazione. All'annuncio è seguita un' esplosione di grande gioia con applausi scroscianti, danze e canti. Dobbiamo un vivo ringraziamento all’Arcivescovo di Kinshasa S. E. Mons. Laurent Monsegwo Passinya (per chi legge ora, creato Cardinale nel novembre 2010) che ha messo a completa disposizione per tutti i tre giorni di permanenza a Kinshasa, il Vescovo Ausiliare S. E. Mons.

Domenique Bulamatari che con grande premura ci ha accolti con una delegazione al nostro arrivo all’aeroporto di Kinshasa e con grande disponibilità, ci ha accompagnati in tutti i nostri spostamenti negli incontri dei vari Cenacoli. Il Cenacolo per Sacerdoti è stata una grande sorpresa, mentre scarsa era la presenza dei Sacerdoti dobbiamo rimarcare che ben quattro Vescovi vi hanno partecipato: il vice Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo ed i Vescovi ausiliari di Kinshasa. Il giorno 14, di buon mattino, partiamo dall’aeroporto di Kinshasa per Lubumbashi. L’attesa all’aeroporto è stata snervante e non senza problemi per l’imbarco della Statua ed è durata più di tre ore... poi finalmente l’imbarco.

Arcidiocesi di Lubumbashi dal 14 al 17 settembre Lubumbashi capitale del Katanga, regione ricca di miniere, soprattutto sono importanti le miniere per l’estrazione del rame. Con i suoi 1.300.000 abitanti di cui il 44% cattolici, è la seconda città del Congo ed essendo a 1000 mt. sul livello del mare, ha un clima molto gradevole. L’Arcidiocesi conta 1.973.785 abitanti di cui 884.700 battezzati, è sede metropolita ed è retta da S. E. Mons.Floribert Songasonga Mwitwa. Sono le ore 14, una vera fiumana di gente ci attende, con canti, danze, all’aeroporto di Lubumbashi. con in testa S. E. Nestor Ngoy Katahwa, Vescovo di Kolwezi che sostituiva l’Arcivescovo, in quanto assente.

Dopo i saluti si forma una lunga processione che ci accompagna: chi a piedi, chi in bicicletta, chi in motorino, chi in macchina, per tutti gli 11 Km che separano l’aeroporto dalla Cattedrale di Lubumbashi.

Lungo la strada migliaia di persone salutano la Madonna con canti, lanci di fiori, sventolando fazzoletti e rosari, Molti improvvisano danze in mezzo alla strada. La gioia è sul volto di tutti, pochissimi sono gli indifferenti, ma anche quest’ultimi accennano ad un saluto ed a un sorriso.

Arriviamo in Cattedrale tra due ali ininterrotte di persone, solo dopo due ore e mezza di slalom e brusche frenate, per evitare la folla che si riversava gioiosa sul nostro percorso.

S. E. Mons. Nestor Ngoy, poi, durante la solenne Concelebrazione da lui presieduta con oltre 70 sacerdoti, presenti almeno 50.000 fedeli, faceva la Consacrazione del Congo al Cuore Immacolato di Maria denunciando, con coraggio i mali che affliggono da tempo il Paese ed invocando il dono della Pace. La Madonna Pellegrina, nei giorni di permanenza a Lubumbashi, ha visitato diverse parrocchie. Anche qui, alla presenza del Governatore della provincia, Don Stefano annunciava la Pace promessa dalla Madonna con conseguenti scene di esultanza da parte della folla presente. Il Cenacolo per Sacerdoti ha visto la partecipazione di circa 75 consacrati.

Per portarci a Kisingani abbiamo difficoltà di volo, in quanto, i voli delle compagnie aeree congolesi erano stati annullati per i gravi incidenti accorsi negli ultimi tempi. Fortunatamente il Governatore di Lubumbashi, per contraccambiare il dono della Pace promessa dalla Madonna, mette a nostra disposizione il suo aereo personale completo di equipaggio.

Arcidiocesi di Kinsingani dal 17 al 20 settembre

La città, di oltre 500.000 abitanti, mentre l’Arcidiocesi 1.265.000 di cui battezzati 575.000, è situata nella parte Nord Orientale della Repubblica Democratica del Congo, nei pressi delle famose cascate di Stanley ed è divisa in due dal grande fiume Congo. Kisingani è il capoluogo della Provincia del Tshopo. Come tutte le città Nord Orientali del Congo, Kisingani, causa le abbondanti ricchezze di minerali preziosi, soprattutto miniere d’oro, vicinissime alla città, ha visto e subito tutte le atrocità che una guerra ingiusta può comportare. Nel 1999, durante la seconda guerra congolese, Kisingani è stata teatro di aspri combattimenti tra gli eserciti alleati ruandesi ed ugandesi opposti all’esercito congolese.

E’ sede metropolitana retta da S. E. Mons. Marcel Utembi Tapa, nominato poi Arcivescovo il 28 novembre 2008. Il 29 giugno 2009, festa di S. Pietro, in qualità di metropolita della Diocesi di Kisingani, riceve, nella Basilica romana, il pallio, come simbolo della giurisdizione a lui delegata.

Un importante Cenacolo a cui hanno partecipato oltre 70 sacerdoti e lo stesso Arcivescovo e la solenne Concelebrazione presieduta da S. E. Mons. Marcel Utembi hanno segnato, per la Diocesi, le tappe più importanti del Pellegrinaggio.Durante la solenne Concelebrazione, l’Arcivescovo ha consacrato il Congo al Cuore Immacolato di Maria con un testo proprio di alto contenuto teologico. Segue l’annuncio della Pace promessa dalla Vergine Maria con grida di gioia ed un prolungato applauso di ringraziamento da parte dei numerosi fedeli presenti.

 

Diocesi di Goma dal 21 al 22 settembre

Domenica, 21 settembre, provenienti da Kisingani, arriviamo all'aeroporto di Goma, con la Statua della Madonna di Fatima alle 11 del mattino.
Alle 15 è prevista una solenne Concelebrazione nel campo sportivo.

Goma, capoluogo della Provincia del Nord Kivu, già provata dall’eruzione vulcanica nel gennaio 2001 che ha praticamente distrutto l’80% della città e poi da una lunghissima guerra, finalmente terminata con l’arresto del principale responsabile, il famoso Gen. Laurent Nkunda, filo ruandese ed arrestato, nel processo di pace, due mesi or sono, dagli stessi ruandesi.

La città di Goma conta una popolazione di 250.000 abitanti, mentre la Diocesi 2.039.000 di cui battezzati 798.000 ed è retta da S. E. Mons. Faustin Ngabu.

Quella domenica, la situazione in città è molto tesa, in quanto, fin dal giorno prima, le mogli dei militari avevano occupato gran parte del centro della città per protestare contro il governo che prolungava il servizio militare dei loro mariti senza paga da tempo.

La loro protesta, fatta di un lungo corteo, si trasformava in una fitta sassaiola contro il palazzo governativo e contro chi rischiava di passare in macchina per la strada. Una protesta contro tutti che poteva trasformarsi, da un momento all'altro, in tragedia: venivano incendiati distributori di benzina, chioschi, macchine e quant’altro prendesse facilmente fuoco. In mezzo a tale confusione non mancavano raffiche di mitra dirette ad obiettivi imprecisati.

In questa situazione caotica e rischiosa, l’autorità ecclesiastica, il giorno prima riteneva, giustamente, fosse impossibile celebrare la solenne Messa prevista per la domenica, in quanto numerosi fedeli non vi avrebbero partecipato causa i gravi disordini e rischi che si correvano lungo le strade della città, ma poi, la domenica mattina si decide ugualmente la Celebrazione per le ore 15.

Per la Comunione si preparano 1.000 ostie che potevano essere, a giudizio degli organizzatori, nella situazione più rosea, più che sufficienti. La sorpresa fu grande quando, già un’ora prima della Messa, una folla di almeno 30.000 persone occupava il campo sportivo in ogni suo ordine anche se il tempo, minacciava forti temporali, come in realtà avvenne, quasi non bastassero i gravi disordini a scoraggiare i fedeli ad intervenire.

Diversi furono gli scrosci d’acqua durante tutta la solenne Concelebrazione, e solo alla fine della Messa fece capolino un timido sole. Da notare che essendo di domenica, moltissime di quelle persone avevano già partecipato alla Messa del mattino nelle loro rispettive parrocchie. Naturalmente non fu possibile distribuire a tutti la Comunione in considerazione dell’alta partecipazione assolutamente lontana da ogni previsione da parte degli organizzatori. Durante la Celebrazione, all’omelia, Don Stefano Gobbi, come era solito fare in tutte le tappe, annuncia la Promessa della Pace fatta dalla Madonna… a quel punto si leva un boato formato da grida di gioia, ed accompagnato da un gran sventolio di fazzoletti; molta gente s’abbraccia piangendo, ridendo e qualcuno improvvisa anche una danza: un modo spontaneo per manifestare quanto il lieto annunzio, inaspettato, fosse gradito. Al termine della Messa, come in tutte le altre tappe, viene fatta la Consacrazione del Congo al Cuore Immacolato di Maria.

Il giorno seguente, in mattinata, S. Messa celebrata nelle nuova e grande chiesa dei Missionari Saveriani gremita di fedeli.

Verso sera, dopo un’ estenuante attesa di cinque ore all’aeroporto di Goma, partenza per Butembo su di un piccolo aereo di linea. Causa della lunga attesa fu il continuo via vai di aerei militari che scaricavano armi; naturalmente, questi strumenti di morte che venivano trasportati, avevano la precedenza su qualsiasi situazione, anche nel caso di una vita in pericolo da salvare.

 

Diocesi Butembo-Beni dal 22 al 25 settembre

Butembo, situata a Nord Est del Congo, nella provincia del Nord Kivu, al confine con l'Uganda, ha una popolazione di circa 200.000 abitanti, mentre la Diocesi conta circa 993.000 battezzati su 1.443.000 abitanti, circa 68% cattolici. La Diocesi è retta da S. E. Mons. Melchisedec Sikuli Paluku, succeduto all’Arcivescovo di Bukavu S. E. Mons Emanuel Kataliko, morto improvvisamente a Rocca di Papa (Roma) nell’anno 2000 durante il Giubileo dei Vescovi, allorquando era Arcivescovo di Bukavu ed è anche la sua città natale dov’è stato Pastore per circa 30 anni.

Sono le 18,15 del 22 settembre, il sole è appena tramontato mentre atterriamo a Butembo su di una pista color rossastra in terra battuta e con scarsa visibilità. Almeno 20.000 persone salutano l’arrivo della Statua Pellegrina, con in testa il Vescovo locale S. E. Mons. Melchisedec Sikuli accompagnato dalle maggiori autorità civili e militari. Dal piccolo aeroporto ci dirigiamo verso la Cattedrale seguiti da un nugolo di bambini avvolti nella polvere sollevata dalla Jeep che ci trasportava con la Statua a bordo. Percorriamo almeno cinque Km per raggiungere la Cattedrale e per tutto il tragitto migliaia e migliaia di cittadini, assiepati da ambo i lati della strada salutano la Vergine Maria con grida di gioia e sventolano fazzoletti e rosari gridano “Mamma Maria”.La Statua entra trionfalmente nella città, quindi, in Cattedrale, il caldo saluto del Vescovo.

Il 23 mattina la Statua Pellegrina visita diverse parrocchie, mentre al pomeriggio, viene tenuto da Don Stefano Gobbi, un Cenacolo con una sessantina di Sacerdoti, presente anche il Vescovo locale. Il 24 settembre solenne Concelebrazione nella grandissima piazza accanto alla Cattedrale, una piazza enorme di circa 500.000 mq piena zeppa di fedeli, si calcola la presenza di almeno 250.000 fedeli. S. E. Mons. Sikuli presiede la Concelebrazione con almeno 80 Sacerdoti, durante la quale fa la preghiera di Consacrazione del Congo al Cuore Immacolato di Maria, preceduta dal gioioso ’annuncio, da parte di Don Stefano Gobbi, della Pace promessa dalla Madonna a seguito della Consacrazione. Il 25 settembre, con un piccolo aereo privato, messo a disposizione dalla Provvidenza, che si è servita del Presidente della Commissione elettorale congolese, ripartiamo alla volta di Goma per poi imbarcarci, il giorno dopo, di buon mattino, su di una piccola motonave che, dopo aver attraversato tutto il lago Kivu, ci porta a Bukavu.

 

 

Arcidiocesi di Bukavu dal 26 settembre al 2 ottobre

26 settembre, ore 11, arrivo al porto di Bukavu.

Bukavu è il capoluogo del Sud Kivu, sul confine con il Ruanda. Durante i lunghi anni di guerra è stata il simbolo della resistenza, della tragedia, della sofferenza e della speranza di tutto il popolo congolese della regione del Kivu. Il Kivu è la regione più martoriata perché anche la più ricca di risorse naturali. La città, adagiata sul lago Kivu, per le sue bellezze naturali, è chiamata, la “Svizzera africana”. Nella prima guerra congolese, tra il '96 e '97 vi sono stati più di 3.500.000 di morti, un vero genocidio che ha visto, in poche settimane, dare alle fiamme i numerosi campi profughi attorno alla città, dove avevano trovato rifugio intere famiglie di Hutu in fuga precipitosa dal vicino Ruanda, in quanto inseguiti dai Tutsi ruandesi che nel frattempo avevano preso il potere e che li accusavano del genocidio perpetrato a loro danno nel 1994, allorquando al potere vi erano gli stessi Hutu.

Venivano così uccisi senza alcuna distinzione: vecchi, uomini, donne, bambini e, per vendicare un genocidio avvenuto in terra ruandese alcuni anni prima si commetteva un altro genocidio molto più grave in terra congolese.

Il Sud Kivu è anche molto noto per le numerose miniere di metalli preziosi quali oro, diamanti, uranio, cassiterite, cobalto, rame e soprattutto per la presenza in grande quantità, del coltan, così detto oro nero e prima causa della guerra.

Sono state le straordinarie ricchezze naturali a rendere il territorio insicuro e molto ambito dai paesi confinanti e dagli interessi di grandi multinazionali e la causa di contese, invasioni, ruberie di ogni genere. La grande ricchezza di questa terra è come una maledizione che sempre attira i ladri di tutto il mondo.

La città di Bukavu ha circa 850.000 abitanti, mentre l’Arcidiocesi ne conta 1.900.000 di cui almeno 950.000 battezzati. Bukavu è sede metropolitana retta da S. E. Mons. François-Xavier Maroy Rusengo.

Arriviamo al piccolo porto di Bukavu il 26 mattino, verso le ore 11. La banda cittadina ci accoglie suonando l’inno nazionale del Congo, per poi continuare con inni mariani.

Una moltitudine di persone di ogni età, erano assiepate al porto e lungo le strade ad esso adiacenti per accogliere la Madonna; un'accoglienza degna di una Regina. Moltissimi con grida di gioia e grande stupore, indicavano in un cielo tersissimo, un misterioso arcobaleno che si era formato, all’improvviso, in un perfetto circolo attorno al sole.

Spunta l'arcobaleno simbolo di Pace e Speranza

Uno straordinario segno premonitore di quanto sarebbe avvenuto dopo pochi mesi, a conferma di quanto aveva promesso la Madonna, è stato l’arcobaleno che si è formato attorno al sole, quando il cielo era assolutamente sereno.

 

Fenomeno inspiegabile e visto da tanti, un quarto d’ora prima che arrivassimo, da Goma a Bukavu, via nave, e della durata di alcuni minuti e poi… all’arrivo al porto di Bukavu, è ancora apparso attorno al sole ma questa volta per la durata di un’ora e venti, corrispondente al tempo impiegato per arrivare dal porto di Bukavu alla Cattedrale che non a caso è dedicata alla Mamma della Pace (Notre Dame de la Paix).

Anche se il porto dista dalla Cattedrale poco più di un chilometro, l’incredibile ressa di migliaia di persone faceva sì che la strada fosse bloccata in continuazione obbligandoci a lunghe soste.

L’arcobaleno simbolo di pace e di speranza, di quella Pace e Speranza annunciata dalla Madonna in seguito alla Consacrazione al suo Cuore Immacolato delle tre Nazioni in guerra visitate dal Pellegrinaggio. L'arcobaleno, nella Bibbia è anche il simbolo del Patto fra Dio e gli uomini ed in questo caso particolare sembra essere il simbolo del Patto che Dio fa ai tre paesi in guerra attraverso Maria con la Consacrazione al suo Cuore Immacolato.

Lo straordinario segno, è stato ben visibile da oltre 200.000 persone, tanti si calcola fossero i presenti al porto di Bukavu ad accogliere la Statua della Vergine. E, come testimoniato da molti, è stato visto da altri numerosissimi abitanti di Bukavu come di altre città del Congo, da abitanti di città del vicino Ruanda e Burundi, entrambi Paesi interessati al Pellegrinaggio ed alla Consacrazione.

Il giorno seguente, 27 settembre, solenne Concelebrazione all’esterno della Cattedrale “Notre Dame de la Paix “ presieduta dal Vescovo del Kasongo S. E. Mons. Théophile Kaboy, in assenza dell’Arcivescovo di Bukavu, impegnato negli U.S.A. Almeno 50.000 fedeli hanno assistito alla Concelebrazione durante la quale il Vescovo ha consacrato il Congo al Cuore Immacolato di Maria.

Il 28 settembre solenne Concelebrazione nella Cattedrale di "Notre Dame de la Paix" dov' è venerata la Mamma della Pace. Al pomeriggio, partenza per il Seminario Maggiore di Murhesa, che dista circa 20 Km da Bukavu, per tre giorni di Esercizi Spirituali riservato ai soli Sacerdoti.

 

Esercizi Spirituali dal 28 settembre al 1 ottobre

Seminario Maggiore di Murhesa (Bukavu)

Circa 80 Sacerdoti provenienti da diverse parrocchie del Congo tra cui, caso insolito, tre Sacerdoti ruandesi, hanno pregato, meditato e mangiato alla stessa mensa. Avvenimento questo straordinario, perché era la prima volta, dopo lunghi anni di guerra tra Congo e Ruanda che, Sacerdoti congolesi si incontravano con Sacerdoti ruandesi. Infatti, in molti casi, la rivalità tra i due paesi si rifletteva anche nel clero, sebbene la legge del perdono avesse dovuto prevalere a sentimenti di rancore.

 

Tutti hanno apprezzato gli Esercizi Spirituali, anzi i più, ne sono rimasti entusiasti. Spariti i vecchi rancori per lasciar spazio alla condivisione del pasto, all’amicizia, al dialogo, alla preghiera comunitaria ed all’abbraccio fraterno: quasi un’anteprima di quanto sta avvenendo ora. Da tutti è stata molto apprezzata la proposta di ripetere ogni anno la stessa esperienza che, sicuramente, ora che la pace, annunciata da Maria, è diventata una realtà, vedrà la presenza di un numero sempre maggiore di partecipanti soprattutto di ruandesi.

2 ottobre - Pellegrinaggio al Santuario

Mamma della Pace di Nyangezi (Bukavu)

La presenza di pellegrini alla Grotta Mamma della Pace di Nyangezi, località a 25 Km da Bukavu, divenuta meta di Pellegrinaggio di tutta la Diocesi di Bukavu, è di circa 500.000 persone. Tanti sono coloro che il giorno 2 ottobre, sono saliti sulla collina per partecipare alla S. Messa celebrata da Don Stefano Gobbi. In considerazione dell’immensa folla, non è stato possibile distribuire la S. Comunione ai fedeli.

Molti hanno raggiunto la collina del Santuario addirittura tre giorni prima per aver assicurato il posto ed hanno bivaccato all’aperto durante la notte; molti, per essere presenti alla cerimonia ed in segno di penitenza hanno percorso più di 90 Km a piedi ed hanno fatto in ginocchio i 196 gradini che portano all'entrata del Santuario.

Quando Don Stefano Gobbi dà l’annuncio della Pace promessa dalla Madonna a seguito della Consacrazione al suo Cuore Immacolato, un’esplosione di gioia, forte come un boato, si leva nel cielo e sembra far tremare tutta la collina mentre alcuni intrecciano danze e canti di gioia certi che la Promessa sarà mantenuta. Il giorno seguente partenza per Kibeho (Rwanda).

Diocesi di Gikongoro - Kibeho dal 3 al 6 ottobre

Kibeo è un villaggio nella parte meridionale del Ruanda noto per le apparizioni che si verificarono tra il 28 novembre 1981 ed il 28 novembre 1989. Apparizione riconosciute dalla Chiesa nel 2001 con approvazione di S. E. Mons. Augustin Misago, Ordinario del luogo.

Le visioni di Kibeho hanno per protagonisti sei ragazze ed un ragazzo: Alphonsine Mumureke, Nathalie Mukamazimpaka, Marie-Claire Mukangango, Stephanie Mukamurenzi, Agnes Kamagaju, Vestine Salima e Emmanuel Segatashya. Queste apparizioni sarebbero cominciate alle 12,35 di un sabato, il 28 novembre 1981, in un collegio gestito da suore, frequentato da un centinaio di ragazze della zona. La prima del gruppo a "vedere" fu Alphonsine Mumureke, allora sedicenne. Unica veggente che vive presso il Santuario è Nathalie Mukamazimpaka alla quale la Vergine ha chiesto di donare le sue sofferenze per la conversione dei peccatori.

Durante il genocidio ruandese che contrappose Hutu e Tutsi , Kibeho fu sede di due massacri.

 

Il 14 aprile 1994 circa 20.000 persone tra vecchi, adulti e bambini, si rifugiarono nella chiesa parrocchiale e furono massacrati dagli Hutu e la chiesa fu incendiata.

Nell'aprile 1995 il villaggio ospitava un campo profughi "protetto" da 32 militari australiani sotto l’egida dell’UNAMI. Il 22 aprile militari irregolari Tutsi vi massacrarono tra i 4000 e 8000 Hutu.

Nel Santuario intitolato alla “Madre del Verbo”, sempre stracolmo di fedeli, ad ogni Celebrazione, prima della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, Don Stefano dava il gioioso annuncio della Promessa della Madonna e cioè che, a seguito della Consacrazione avrebbe fatto dono della Pace a Congo, Ruanda e Burundi… seguivano poi, come in ogni occasione, grida di gioia, danze, abbracci e molti avevano le lacrime agli occhi, lacrime di gioia.

Nei tre giorni di permanenza a Kibeho, vengono tenuti Cenacoli a livello di Sacerdoti, di aderenti al Movimento Sacerdotale Mariano e simpatizzanti dello stesso.

Il 3 novembre, sul mezzogiorno partenza per Butare. Incontro cordiale, nel tardo pomeriggio, con il Vescovo della Diocesi di Butare S. E. Mons. Philippe Rukamba, titolare della Diocesi che conta 500.000 battezzati su di una popolazione di 478.000. In questa cittadina di soli 80.000 abitanti hanno la loro sede numerosissime Congregazioni. Butare,considerata la capitale dell’intelletto, è famosa per l’Università Nazionale del Ruanda. In serata Cenacolo e celebrazione S.Messa presso una Congregazione di Suore.

 

Al mattino del 4 novembre partenza per Bujumbura. Lo stesso Vescovo di Butare è alla guida della sua Jeep per portarci fino al confine col Burundi; la sua gentilezza e disponibilità ci ha veramente sorpreso. Arrivati al confine con Burundi, il Vescovo ci saluta cordialmente mentre dall’altra parte del confine numerosi fedeli sono in attesa per accogliere la Madonna ed accompagnarla fino al Santuario Mariano di Mont Sion di Gikungu a Bujumbura, soprannominato il Santuario della Pace e della Riconciliazione.

 

Arcidiocesi di Bujumbura dal 7 all’ 8 ottobre

 

L’Arcidiocesi di Bujumbura è sede metropolitana, retta da S. E. Mons. Evariste Ngoyagoye, conta 1.300.000 battezzati ed una popolazione di 1.700.000. La città di Bujumbura, adagiata sul lago TanganiKa , conta 350.000 abitanti ed è la capitale del Burundi.

Arriviamo sul mezzogiorno al Santuario di Monte Sion, luogo per eccellenza di incontro per la pace e la riconciliazione. Molti ex detenuti politici si recano al Santuario per ringraziare la Vergine Maria dopo la liberazione e portano con sé un mazzo di fiori con biglietti in molti dei quali sta scritto:”Grazie Gesù”... "Grazie Mamma Maria”.
La Statua della Madonna di Fatima viene istallata accanto all’altare principale del grande Santuario che ha una capienza di oltre 20.000 persone e subito la chiesa si riempie di fedeli venuti per partecipare alla solenne Concelebrazione delle ore 15, seguita dal Cenacolo.

Il giorno dopo, in mattinata, visita all’Arcivescovo di Bujumbura S. E. Mons. Evariste Ngoyagoye, che, occupato nella Conferenza Episcopale Nazionale, quale Presidente, non potendo mancare al suo impegno, non è riuscito a partecipare al programma del Pellegrinaggio. All’Arcivescovo, Don Stefano Gobbi annuncia con tranquillità, la Pace per la zona dei Grandi Laghi.

Una sessantina di Sacerdoti concelebrano la S. Messa presieduta da Don Stefano Gobbi. Anche qui, come in tutti gli altri incontri nelle varie Diocesi, e come sarà fatto alla solenne Messa del giorno dopo, viene dato da Don Stefano, con vigore e sicurezza, l’annuncio della grande Promessa della Madonna che, a seguito della Consacrazione al suo Cuore Immacolato del Congo, Rwanda e Burundi, di lì a poco ci sarebbe stata la Pace; all’annuncio sono seguite le solite manifestazioni di gioia proprio come fosse, in tutti i presenti, la certezza che si sarebbe realizzato quanto promesso da Maria. Pace promessa dalla Madonna come dono particolare del suo Cuore Immacolato a seguito della Consacrazione. Ho però notato che il volto dell'Arcivescovo non ha nascosto il suo stupore ed una certa perplessità per una notizia così improvvisa.ed inaspettata.

Segue in mattinata il Cenacolo con i Sacerdoti che sono presenti in gran numero, provenienti da ogni parte del Burundi, forse oltre la ottantina; poi la solenne S. Messa, concelebrata da tutti i Sacerdoti presenti.
Il 9 settembre, di buon mattino, partiamo per Uvira, Diocesi nella Repubblica Democratica del Congo che, sul confine con il Burundi, dista soltanto 20 Km da Bujumbura.

 

Diocesi di Uvira (R.D.C.) 9 ottobre

Ultima Tappa del Pellegrinaggio

La Diocesi di Uvira, ora sede vacante, suffranea dall’Arcidiocesi di Bukavu, conta circa 360.000 battezzati su di una popolazione di 1.110.000 abitanti.

Uvira, città nel Sud Kivu situata sul lago Tanganica al suo Nord.

Una sosta di poche ore. Il tempo per una solenne Messa alle ore 15 che ha visto, all’accoglienza della Statua in frontiera, sia alla Concelebrazione la partecipazione di una folla immensa che per ore ha bloccato il traffico della piccola città.

La S. Messa viene celebrata all’esterno della Cattedrale in un grande spiazzo che ha ospitato almeno 50.000 persone e che, al momento dell’annuncio della Promessa Pace promessa dalla Madonna, ha avuto la solita esplosione di gioia a cui abbiamo assistito in altre Diocesi.

Terminata la Celebrazione, la Statua della Madonna Pellegrina resta in Cattedrale vegliata per tutta la notte da una moltitudine di fedeli.
Il giorno dopo ripartiamo da Uvira senza la Statua che resterà nei Paesi visitati per un lungo Pellegrinaggio in tutte le parrocchie degli stessi dove la Madonna è stata Pellegrina.

10 ottobre 2008 – Rientro in Italia

Ha termine il lungo Pellegrinaggio. Partiamo dall’aeroporto di Bujumbura per l’Italia. Anche se percepiamo che qualcosa di molto caro ci manca… ma abbiamo nel cuore una grande gioia, perché certi che la grande Promessa della Vergine Maria si avvererà presto, dopo il ritorno in Italia, come dalla Stessa promesso.

Pur convinti della nostra nullità sentiamo il dovere di ringraziare il Signore per averci chiamati ad essere testimoni oculari di questo straordinario evento che dimostra ancora una volta che Egli si è voluto servire di piccoli strumenti e nel mio caso particolare, devo aggiungere, indegno, per glorificare il Cuore Immacolato di sua Madre per mezzo di un evento straordinario che, nella regione dei Grandi Laghi, sarà per sempre ricordato passando certamente alla storia.

La tanto desiderata Pace nella zona Grandi Laghi è finalmente arrivata dopo 13 anni di guerra come dono particolare del Cuore Immacolato di Maria. Questo evento è la dimostrazione palese della Potenza Divina di questo particolare atto di donazione e consacrazione di sé stessi, di un parente, di una famiglia, di una Comunità, di una Diocesi, di una intera nazione al suo Cuore Immacolato. Come la Madonna aveva promesso, si può dire che veramente, in modo straordinario e miracoloso è scoppiata la Pace nel Congo, nel Ruanda e nel Burundi ed in tutta la regione dei Grandi Laghi.

Grazie Mamma che ci hai voluti testimoni diretti di questo grande evento!

Aniceto Battani

Presidente

Associazione Comunità Mamma della Pace

Modena, 25 marzo 2009

 

Scopri tutte le foto del Pellegrinaggio

 

La pace è finalmente arrivata

La Pace finalmente è arrivata ma un’intera generazione di bambini pagherà il prezzo più caro degli orrori della guerra terminata da poco.

La guerra è stata una fucina di bambini-soldato. Sono bambini di 8 -12 anni che venivano rapiti dai militari delle fazioni in guerra. Gli orfani, i bimbi separati dai genitori o quelli poveri decidevano spesso di imbracciare spontaneamente un fucile. Per loro poteva essere l’unico modo per sopravvivere. Gli altri bambini-soldato venivano reclutati con la forza per strada, nelle scuole, tra i compagni di gioco e mandati a combattere al fronte, a portare le armi, ad uccidere intere famiglie, ad incendiare case e,dopo il lavoro erano costretti, soprattutto, se si trattava di femmine, a prostituirsi alle voglie dei soldati.

Ogni bambino-soldato subiva il così detto “Battesimo del fuoco” che consisteva in questo: uccidere un famigliare, padre o fratello o sorella, ma spesso, la vittima preferita era la madre. Dopo aver fatto ciò sarebbero stati capaci di fare tutto. Poi la tragedia dei bambini, soprattutto piccoli, che nella fuga precipitosa perdevano i genitori o perché uccisi o perchè fuggiti in foresta per salvarsi. Questi poveri bambini vagavano giorno e notte nei villaggi distrutti, in mezzo alle macerie ancora fumanti in cerca di qualche loro parente. Riconsegnare i bambini ai genitori era un’impresa difficile, molti, troppo piccoli per fornire dettagli utili alla ricerca dei famigliari senza contare che nelle zone rurali non esisteva nemmeno un’anagrafe. I bambini dispersi venivano consegnati ai campi profughi.

Durante la lunga guerra, tutte le parti in causa, secondo Human Right Watch, hanno usato bambini soldato e le stime riferiscono di 18.000 giovani di ambo i sessi.

 

Le Comunità Mamma della Pace presenti nel Sud Kivu: Diocesi di Bukavu, Uvira e Kasongo

L'Associazione Comunità Mamma della Pace, opera da alcuni anni, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, la martoriata regione del Kivu devastata da una lunga guerra fratricida, che per il gran numero di Stati africani coinvolti, prese il nome di "Prima guerra mondiale africana". Durata quasi 13 anni e terminata da pochi anni, ha causato oltre 9.500.000 di morti ed un numero impressionante di sfollati e dispersi. Con questo drammatico quadro, alcuni Vescovi del Kivu delle Diocesi di Bukavu, Uvira e Kasongo, per alleviare il dramma di molti bambini orfani e di strada, in collaborazione con la nostra Associazione, aprono, nelle rispettive Diocesi,quattro Comunità Mamma della Pace. Tutte le “Comunità Mamma della Pace” finanziate dall’Associazione modenese, sono considerate opere diocesane. Garante è quindi la Diocesi stessa dove è ubicata la Comunità, con a capo il suo Vescovo.

La Diocesi, essendo sul posto, conosce i problemi di assistenza e culturali nella loro complessità e, come grande organizzazione, dispone di mezzi efficaci d’intervento in qualsiasi necessità. Questa scelta garantisce che le offerte arrivino veramente a quelle persone o a quelle situazioni che più ne hanno bisogno.

 

 

Ora che c’è la Pace, cosa chiedono i bambini del Sud Kivu alla comunità internazionale?
  • Chiedono di non essere rifiutati dai genitori perché accusati di stregoneria, di non essere sfruttati nelle miniere. No, questo no, perché li fa piangere, non sorridere. I bambini hanno solo il diritto di sorridere.

  • Chiedono di poter avere una vita normale, avere assicurato il diritto, alla vita ad una famiglia, ad una casa, ad un’ istruzione, alle cure mediche, questo sì perché hanno il diritto non a sognare questi loro diritti ma a goderli in futuro di pace.
  • Chiedono alla comunità internazionale di non abbandonarli, di aiutarli per poter sperare in un mondo fatto di favole, carezze e giochi.

 

 

Le varie Comunità Mamma della Pace

da noi sostenute danno un loro piccolo contributo

 

L’Arcivescovo di Bukavu promuove la giornata del ringraziamento per la pace ottenuta.

L’Arcivescovo Mons François-Xavier Maroy, Metropolita di Bukavu e Presidente della locale Conferenza Episcopale, ha promosso, per il 22 settembre 2013, una giornata di ringraziamento alla Vergine Maria per il dono della pace promessa ed ottenuta. La solenne cerimonia si svolge nella Cattedrale della Mamma della Pace con la partecipazione di diversi Vescovi alcuni provenienti dal vicino Ruanda e Burundi e di alte cariche dello Stato. Durante la solenne cerimonia ogni Vescovo presente ripete l’atto di Consacrazione della propria Diocesi al Cuore Immacolato di Maria.

L’Arcivescovo di Bukavu ha invitato anche il nostro Presidente Aniceto Battani, quale testimonio diretto, nel 2008, dello straordinario Pellegrinaggio della Madonna di Fatima in Congo, Ruanda e Burundi, in quanto, accompagnatore ufficiale del compianto Don Stefano Gobbi, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano che annovera tra le sue file migliaia di Sacerdoti, si parla di oltre 300.000, circa 450 Vescovi ed una ventina di Cardinali oltre ad un numero imprecisato di laici che, supera certamente 3 milioni.

Purtroppo, il nostro Presidente, a causa del protrarsi della convalescenza dalla lunga malattia che lo ha visto bloccato per quasi quattro anni, ha dovuto, suo malgrado, anche dietro consiglio medico, declinare, con grande rammarico, l’invito.

 

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